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Russia


Storia

Prima di Cristo, le aree corrispondenti alla Russia meridionale erano abitate da popoli indoeuropei come gli Sciti, seguiti poi dai Sarmati e, nell'alto Medioevo, dagli Slavi; nel bacino di Mosca, prima del X secolo dimorarono per lungo tempo popolazioni di ceppo finnico o lituano. Tra il III e il VI secolo d.C., le steppe subirono le invasioni di popoli nomadi bellicosi diretti verso l'Europa occidentale.

Dal VII secolo, la zona della Russia occidentale divenne per la maggioranza occupata da Slavi, che assimilarono nel tempo le preesistenti tribù ugro-finniche, come i Merja, i Muromi e i Mesceri.

Nei secoli XI e XII, a causa delle incursioni turche, le popolazioni slave del sud si spostarono verso nord.

Con Ivan I (1332 - 1341) il Granducato di Mosca si avviò a divenire il più importante principato russo. Dopo la Caduta di Costantinopoli nel 1453, la Russia moscovita rimase l'unico stato cristiano sulla frontiera orientale dell'Europa, tanto da rivendicare l'eredità dell'Impero Romano d'Oriente, in qualità di Terza Roma.

Nel 1547 Ivan IV il Terribile venne incoronato primo Zar di Russia: durante il suo regno, occupò Kazan' ed Astrachan' e trasformò la Russia in uno stato multietnico.

In seguito fu la volta della dinastia Romanov, il cui primo membro a divenire zar fu, nel 1613 Michele Romanov. Pietro il Grande, sul trono dal 1682 al 1725, sconfisse la Svezia nella Grande guerra del nord, costringendola a cedere Ingria, Estonia e Livonia; proprio in Ingria venne fondata una nuova capitale, San Pietroburgo. Pietro riuscì a modernizzare il Paese che si trovava in una situazione di seria arretratezza. Sotto il regno degli Zar della dinastia Romanov, la Russia divenne una delle maggiori potenze europee, conosciuta come Russia Imperiale, ammodernata e sempre più espansa verso est, a partire dal XVIII secolo.

Gli eventi precipitarono nel 1917: la rivoluzione di febbraio spazzò via il regime zarista di Nicola II e la Rivoluzione d'ottobre portò al potere il partito bolscevico sotto la guida di Lenin. A seguito della vittoria Sovietica sulla Germania Nazista, durante la seconda guerra mondiale, l'Unione Sovietica si sarebbe sviluppò in una delle due potenze dominanti della Guerra Fredda, fungendo da principale avversario ideologico degli Stati Uniti. Le due nazioni ingaggiarono una lunga lotta geopolitica per il controllo dei cuori e delle menti del Terzo Mondo a partire dalla Crisi di Suez del 1956. I sovietici crearono il Patto di Varsavia per opporsi alla NATO e le due parti iniziarono una lunga e costosa corsa per accumulare il maggior numero possibile di armi nucleari.

Sul termine degli anni Ottanta il leader sovietico Michail Gorbačëv introdusse delle riforme come la glasnost e la perestroika, che però non riuscirono a prevenire il collasso dell'Unione Sovietica, dopo un fallito colpo di stato militare nel 1991.